"Certi monumenti possiedono la forza di resistere alla contrarietà degli eventi e delle cose, all'incomprensione, agli errori, alla cattiveria degli uomini. Passano i tempi, le persone, passano le guerre, si rinnovano le generazioni, le idee, ma il Pavaglione rimase e rimane, occupò e occupa, contestato o no, un posto cospicuo nel pensiero di tutti i lughesi, perchè qui pulsa, vibra incessante il ritmo dell’attività cittadina che non si addormenta nel passato."
L’origine del nome è legata alla vendita dei bozzoli da seta, infatti il termine Pavaglione vuol dire "mercato di bozzoli".
Nel 1570 Alfonso II d'Este decide di demolire la cittadella, simbolo della Lugo medievale, lasciando però di fronte alla Rocca, un enorme prato. Fu proprio su quel prato che l’ultimo Duca di Ferrara fece erigere "una loggia di 200 e più piedi di lunghezza e di 40 nella larghezza" (Bonoli).
La loggia era sfruttata oltre che per l’annuale fiera di settembre, anche per il mercato settimanale del mercoledì.
L’origine del nome è legata alla vendita dei bozzoli da seta, infatti il termine Pavaglione vuol deriva dal latino papilio, farfalla, che in francese si è evoluto in papillon.
Con il passare del tempo il termine finì per indicare le tende in un accampamento militare (viste dall’alto sembrano farfalle).
L’aumentare dei commercianti forestieri porta costruzione di botteghe in legno in grado di soddisfare le esigenze dei forestieri.
Nel 1780 si rifletté sulla possibilità di costruire un secondo loggiato in muratura e uno steccato della fiera. Nel quadriportico vennero compresi anche i quartieri del corpo di guardia e una cisterna che fosse sia decorativa che funzionale.
Nel 1783 l’architetto Campana propone di chiudere tutte le botteghe, che girano all’intorno della piazza, e formando sopra d’esse una stanza d’ugual grandezza.
Nel 1876 si avviano i lavori di demolizione del vecchio Pavaglione.